- Università di Roma “La Sapienza”, Aula Grande di Chimica, frase ornamentale scolpita a caratteri cubitali:
“TRISTO È QUEL DISCEPOLO CHE NON AVANZA IL SUO MAESTRO” (Leonardo)
Una voce tra gli studenti di geologia: «Che tristezza regà !». - Sul muro esterno della stessa aula (una parete riccamente epigrafata) è stato scritto:
RASSEGNATO al corso degli eventi
FERITO dall’insania delle menti
UCCISO dal furore delle genti
che ne sarà di me?
(Studiare la chimica fa veramente male…) - All’esame di Mineralogia: «Il metodo dello “struscio”…»
(Pensa solo a quello…) - Ancora esame di Mineralogia: «Vedo la “figura iconoscopica”…»
(Visione mistica?) - Petrografia: «Quel diagramma si chiama… qualcosa tipo: “tetrapak di yogurt”…»
(Tetraedro di Yoder) - Matematica: «Per lei la matematica non soltanto è un’opinione, ma la SUA opinione !»
Matematica: «Per risolvere i logaritmi ci vorrebbe un fisico… io non c’ho il fisico!» - Matematica: «La matematica è una scienza empirica: si prova in media cinque volte prima di passare l’esame»
- Matematica: «Come si può pretendere di trovare il limite di una funzione quando per il geologo la matematica stessa è un limite di cui non capisce la funzione ?! »
Fisica: «La fisica debilita il fisico» - Rilevamento geologico:
> Tu non sai leggere le carte.
– Come no?! Io leggo passato, presente e futuro !!
> Allora sai già come è finito questo esame… - Campo di Rilevamento Geologico:
> Scusi, possiamo entrare nel suo recinto?
– Si, ma… che dovete fare?
> Prendiamo per un attimo qualche giacitura e andiamo via subito
– Mmmm… va bene, prendetele pure, basta che poi le rimettete a posto eh! - Sempre al campo di Rilevamento Geologico:
– Che fate?
> Cerchiamo dei fossili
– Che cercate??
> Animali marini sepolti
– Ma qui siamo in montagna!
> Si ma una volta c’era il mare…
– Il mare qua su?! Ah! Ah! Guardate che il mare qua su non ce l’ha mai visto nessuno! - Esercitazioni di Geologia: «All’occorrenza per due punti possono passare infinite rette… tutto dipende da quanto si fanno larghi questi punti! »
(…Teorema fondamentale per la costruzione di un profilo geologico)
Adriano Nardi
GEOLOGIA 2000 www.anisn.it/geologia2000
Legge di Murphy G.M.
Se un sasso potrebbe cadere, lo farà.Corollario alla legge di Murphy G.M.
Se metterete un piede su un sasso che potrebbe cadere, lo farà.Classificazione di Eskola.
Il grado metamorfico di una roccia è direttamente proporzionale allo sforzo per romperla.Principio di Arduino.
Per ogni fossile nuovo che imparerai a riconoscere ne dimenticherai uno che già riconoscevi.Criterio di sovrapposizione di Winkler.
In un affioramento è sempre possibile vedere che alla scistosità S1 si è sovrapposta la scistosità S2 la quale è precedente alla scistosità S3 la quale è tagliata dalla scistosità S1.Legge di Zhui.
Se le facce di un minerale presentano sempre lo stesso angolo tra di loro …allora è un brillante.Teorema di Ramsay.
La probabilità che una carta degli affioramenti cada in un fiume è esponenzialmente proporzionale al numero di giorni di lavoro spesi per farla.Esperimento di Riedel.
Martellare uno specchio di faglia porta 7 Ma di sfiga.Legge di Prigogine sul caos minerale.
Il battito di un martello su una piccola pietra in cima ad un monte può produrre una frana in fondo valle … dove avevate parcheggiato l’auto.Legge di Huber.
Se una piega può essere correlata ad un’altra per l’orientazione non potrà esserlo per lo stile e viceversa.
Estensioni alle 10 leggi
(un ringraziamento a Matteo Monti & C.)
Criterio di Balini.
In qualsiasi formato suddividerete una carta, dovrete lavorare sempre e comunque sul suo bordo.Legge del Quaternarista.
Se esiste un affioramento chiave di una campagna geologica, allora esso è ubicato in una proprietà privata o in una fogna.Teorema di Monassero.
Se dopo centinaia di uscite ti ricordi di portare l’HCl, stai sicuro che non servirà e sicuramente si romperà il contenitore corrodendo tutti gli strumenti.Prima legge del rilevamento.
Se per arrivare ad un affioramento le due alternative sono un sentiero in piano oppure un roveto in salita pieno di animali velenosi, scegli i rovi.Seconda legge del rilevamento.
Se sulla carta è scritto che muovendoti in una data direzione si passerà dal Triassico al Giurassico, tu dopo tre ore di camminata troverai il Siluriano.Terza legge del rilevamento.
Se alle 10 del mattino hai già finito di rilevare, perdi comunque tempo fino alle otto di sera.Legge del Tintori.
Se non bevi, non puoi essere un paleontologo.Legge dell’Anortite.
La percentuale di Anortite nel plagioclasio viene determinata totalmente a caso.
Tratto da:
Geologia strutturale: un caso nelle Alpi italiane.
Autore:
Matteo Garofano
Agente atmosferico poliziotto che si da delle arie.
Apatite distacco emotivo dai minerali.
Bisciaro caratteristico venditore di anguille della provincia umbro-marchigiana.
Benioff celebre pianista russo.
Calcare massiccio pestare furiosamente qualcuno.
Carotiere ortolano altamente specializzato.
Cella elementare dimora francescana.
Circo inciso morfologia glaciale tipica del monte Sinai.
Composto binario ferrovia in perfetto ordine.
Diagramma di stato disegno di governo.
Ecosistema dispositivo sonar.
Ematite malattia del sangue. Qualora non curata può degenerare in Leucitite.
Equinozio matrimonio tra cavalli.
Etnologo vulcanologo siciliano.
Faccia di pinacoide dicesi di cristallografo maldestro.
Faglia diretta frattura che si propaga più velocemente di una faglia locale e più velocemente di una faglia regionale, richiedendo dunque il “supplemento rapido”.
Faglia inversa per il ritorno…
Fossile guida ammonite talmente carismatica da aver convinto tutte le altre a seguirla sotto terra.
Funzione di stato variabile costituzionale.
Gradiente termico colui che non disdegna il caldo.
Ione stronzio elemento poco raccomandabile.
Ipotetico punto immaginario tra Eutettico e Peritettico.
Isotopi popolazione di ratti clonati.
Lettura delle carte pratica esoterica molto diffusa in geologia ma comunque insufficiente a prevedere l’esito di un esame.
Leucitite malattia mortale.
Maiolica roccia impiegata in strati sottili per il rivestimento dei bagni.
Meccanismo focale brevetto di accensione dello Zippo®
Millimetri di mercurio sottomultipli del metro di iridio (Museo Louvre).
Moho celebre caramella.
Molalità ferrea rettitudine cinese.
Orogenesi metodologia di fabbricazione dei gioielli antichi.
Pendio (!) tipica imprecazione di chi scivola da una scarpata.
Peso molare circa 6 g sano, 4 g cariato.
Principio di inerzia un corpo in quiete o in ozio prolungato uniforme si oppone al moto o allo studio fino a quando non agisce su di esso un’energica forza esterna.
Principio di Terzaghi “Ter”.
Prostaferesi intervento chirurgico all’inguine.
Prova penetrometrica (- censura -)
Reticolo di Wulff recinto per cani.
Situ celeberrima località della Sardegna ove è stato possibile riscontrare ogni sorta di fenomeno geologico.
Sforzo efficace soluzione di un problema di stitichezza.
Spinello minerale pregiato diffusamente estratto in Pakistan.
Spinta di Rankine raccomandazione che assicurerebbe il buon esito dell’esame di stato.
Terre rosse territori oltrecortina.
Testata di strato infortunio sul lavoro, tipico dei minatori.
Tettonica fenomeno geologico rilevabile in luce rossa.
Topoieti grandi roditori dell’Himalaia che proliferano in ambienti umidi e piovosi.
Toponimi due roditori dallo stesso nome.
Toponomastico festa di roditore.
Trasgressione fenomeno geologico di dubbia moralità.
Trasgressione tettonica in giacitura orizzontale il massimo della libidine geologica.
Adriano Nardi
GEOLOGIA 2000 www.anisn.it/geologia2000
Vulcani vulbestie che fanno vulbau vulbau
Alberto Mazzali
Adriano Nardi
Miscellanea
Giulio Caso
Intervista sull’eruzione del Vesuvio del 1944
Il rabdomante
La leggenda delle 7 Nocera
Poesia fossile
La Quarta dimensione e la curiosità
Il Miracolo di Pompei
Il Miracolo di Pompei 2
Conosciamo noi stessi?
La velocità e la comprensione
Le due fontane
Le anfore di San Matteo
La promozione
Domenico Rea e le tufare di Nocera Inferiore
Isidoro Bonfà
Dissesto idrogeologico
Tratto da: Dominique Lapierre, “La città della gioia”
Un ingegnere, un architetto e un geologo geotecnico vengono convocati per risolvere il seguente problema: “quanto fa 2 + 2”.
– L’ingegnere, dopo un breve calcolo: «Fa esattamente 4,00».
– L’architetto, dopo un rapido grafico: «Idealmente fa 4».
– Il geotecnico, dopo aver riempito di calcoli e disegni una montagna di carta: «Da 3 a 5 quanto vuole che le venga?».
L’ARCHITETTO è un uomo che possiede alcune nozioni su un gran numero di argomenti e che a poco a poco possiede sempre meno nozioni su un maggior numero di argomenti fino a quando non sa praticamente più niente a proposito di tutto.
L’INGEGNERE è un uomo che ha molte nozioni su un numero limitato di argomenti e che a poco a poco possiede sempre più nozioni su un numero sempre minore di argomenti fino a quando sa praticamente tutto a proposito di niente.
Ma per fortuna è stato inventato il GEOLOGO: colui il quale, non sapendo niente fin dall’inizio, non si deve preoccupare di avere alcuna nozione su qualcosa.
Se Maometto non va alla montagna allora la montagna andrà da Maometto. Ma se la montagna viene da te… corri! È una franaaaa !!
Lo strato A allo strato B:
A) – Basta con questo stress, mi sono rotto!
B) – Dai, non buttarti giù… Lo sapevo: sei una frana!Lo strato B allo strato C, dopo il terremoto:
B) – Ti ha dato fastidio tutto questo scuotimento?
C) – Figurati, non mi fa una piega… è la mia faglia che ha rigettato!Lo strato 2 allo strato 1:
2) – Perchè hai quella depressione?
1) – Sigh! Ho assistito al seppellimento dello strato eteropico 1/a… sai, eravamo cresciuti insieme…Il ciottolo al Gran Sasso:
«…Vorresti farmi credere di essere arrivato così in alto senza una “spintarella” ?! »Due laghetti glaciali:
«Certo che giù a valle è tutta un’altra vita: pensa che si prendono un sacco di canali…»Nel deserto, una duna dice a un’altra duna:
«Speriamo che passi qualche duno! »Cosa fanno dei pannolini che galleggiano sull’oceano?
> La deriva dei… continenti!Che differenza c’è tra un setaccio di sedimentologia e un testimone di Geova?
> Il setaccio trattiene il trattenuto, il testimone trattiene il passante.L’evoluzione di un orogeno si divide in tre tempi:
1) Primogeno
2) Orogeno
3) DopogenoCome si chiama il più famoso vulcanologo giapponese?
> Serifuma MedòE il paleontologo che scoprì il più antico e raro fossile cinese?
> Cin Cian PaiE quell’eroico congolese che rilevò la carta geologica di tutta l’Africa centrale?
> Mango Mestango
Adriano Nardi
GEOLOGIA 2000 www.anisn.it/geologia2000
Intervista sull’eruzione del Vesuvio del 1944
La mattina del 22 Marzo 1944 quasi tutto l’Agro Nocerino si ritrovò coperto di lapilli. I primi ad accorgersene furono i contadini. Ecco la drammatica testimonianza di uno di loro.
D. Come vi accorgeste dell’eruzione?
R. Ero piccolo allora… . Avevo si e no dodici anni. Ricordo, comunque, che fu mio padre a svegliarci. A sua volta era stato svegliato dal nostro cane, che guaiva senza sosta dal suo canile.
D. Il cane?
R. Si guaiva, si lamentava a lungo, come se lo stessero scorticando vivo. A lui rispondevano altri cani, da lontano, con lo stesso lamento lungo nel buio.
D. E poi?
R. Poi mia madre aprì la porta: pareva ancora notte fuori. L’aria però aveva uno strano colore, ed anche un odore penetrante e sgradevole, di lisciva, che le donne usavano, allora, per il bucato. Sembrava notte, ma c’era una nuvola immensa di un viola bruciato, dalla quale traspariva, a tratti, una luce lattiginosa, lunare, a fiotti, qua e là per il cielo. Solo verso le dieci del mattino calò la “notte”.
D. Che successe allora?
R. – “Madonna di Pompei, aiutaci”- disse mia madre con voce strozzata e con gli occhi sbarrati mormorò verso mio padre : “piovono pietre”.
S. Mio padre le si avvicinò e aprì il palmo della mano: “lapillo caldo e cenere. Vedi quanto ne è caduto… . E’ il Vesuvio” , disse tentando di calmarla. Poi rivolto a noi: “mettete qualcosa sulla testa per ripararvi e uscite. Ce n’è tanta di questa roba sul tetto che da un momento all’altro potrebbe crollare”.
D. Che avete fatto allora?
R. Ci dirigemmo in giardino. La coltre nerastra scricchiolava sotto i piedi, già alta per terra, e frusciava tra le cime degli aranci, quell’anno abbondanti; i frutti sembravano occhi di gatto nel buio delle foglie, divenute più nere del cielo di notte.
D. Aveste paura?
R. Non ricordo di aver avuto paura dapprincipio. Anzi, mi ero messo sul capo un cassetto capovolto del comodino e il lapillo, cadendo, ticchettava sul legno invitando alla danza; anche i miei fratelli, più piccoli, smisero di frignare e dondolavano le teste, rese pesanti dai cuscini legati con lo spago, per gioco.
D. E vostro padre?
R. Mio padre era salito sul tetto e con una vanga raccoglieva e buttava giù montagne di lapillo.
D. Cadde la casa?
R. La nostra no, fummo fortunati.
D. Solo vostro padre si era accorto di quello che stava succedendo?
R. I cani… . I cani avevano svegliato tutti nelle campagne. Poco più tardi però, verso le sei del mattino, girò per le strade il banditore: ” Attenzion , pigliateve l’acqua pecchè s’è schiattata ‘a condotta, verite che chiovene prete. Salite ‘ncoppe e sarvateve ‘e case”.
S. Ma già tutti erano sui tetti a liberarli dal lapillo; tutti lavoravano in silenzio… solo di tanto in tanto, qualche richiamo.
D. Tutti lavoravano in silenzio?
R. No… non proprio in silenzio… . Le donne aiutavano i loro uomini e dicevano il rosario, con voce monotona, alcune piangevano. Tutto ciò per ore ed ore, al freddo e senza mangiare.
Per la ricerca delle risorse idriche, ancora oggi, in alcune località, vi è la consuetudine di servirsi di individui detti rabdomanti. Questi per mezzo di una bacchetta di legno indicherebbero l’esistenza o meno di acqua nel sottosuolo.
Le facoltà del rabdomante (rabdos = bastone) non sono mai state verificate scientificamente, sfuggono, se esistono, ai controlli sperimentali. Infatti nell’ipotesi che il rabdomante fosse realmente in grado di avvertire la presenza di acqua nel sottosuolo, ne deriverebbe una specie di legame tra i suoi sensi ed il fluido in questione, una qualche radiazione o emanazione di onde. Tutti gli esperimenti in tal senso eseguiti finora concordano su un solo punto: esito negativo.
Eppure ci fu una eccezione che indusse a proseguire le ricerche con risultati sorprendenti. Si constatò, infatti, che le ipotizzate radiazioni non erano una facoltà dei soli rabdomanti, ma in misura diversa, di tutti gli esseri viventi.
Infine si arrivò alla scoperta dell’effetto Gurwitsch per cui ogni essere vivente emette delle radiazioni capaci di impressionare particolari lastre fotografiche. Gli studi continuano.
Ciò detto bisogna dire che, anche se il problema relativo alla fenomenologia e alle reali capacità di operare dei rabdomanti resta un fenomeno scientificamente inesistente, tempo fa, una nota ditta multinazionale, dovendo fare delle ricerche idriche, incaricò due geologi e …un rabdomante.
La leggenda delle 7 Nocera
Spesso sento dire da compaesani “ben informati”: «Nocera è stata sepolta sette volte». Il numero sette, legato a tradizioni o a simbologie, viene svelato quasi con soddisfazione, come a dire: «Adesso lo sai anche tu».
Così, col passa parola, negli anni, questa frase è divenuta un luogo comune, una leggenda che, come tutte le leggende, prevarica la verità.
In realtà, Nocera non è stata mai sepolta, nel senso letterale del termine; sul suo territorio si sono registrati successivi, molteplici, fenomeni alluvionali che, assieme alle ceneri, lapilli e pomici provenienti periodicamente dal Somma-Vesuvio, hanno fatto si che il piano campagna gradualmente s’innalzasse.
I Nocerini hanno potuto, così, di volta in volta, dopo il ripetersi dei fenomeni accennati, sopralevare case, monumenti e le stesse strade.
Ecco che si ritrovano successive massicciate stradali anche a pochi decimetri di profondità, case su vecchie case e monumenti su antichi monumenti.
Una situazione ben diversa, quindi, di quella di Pompei ed Ercolano, ma certamente più interessante per quanto riguarda l’evoluzione storico-urbanistica della nostra comunità.
Eppure, ancora oggi, anche dopo aver letto il mio articolo, incontro qualcuno che esordisce con – «… , perché, lei mi insegna, che Nocera è stata sepolta sette volte».
Per realizzare una poesia è necessario possedere una conoscenza della tradizione formale e letteraria. I poeti, guidati dalle proprie ispirazioni, potranno, così, creare espressioni nuove da inserire nel mondo della comunicazione.
Per dirla come R. W. Emerson: “Il linguaggio è poesia fossile; come il calcare consiste di infinite masse di conchiglie, così il linguaggio è fatto di immagini che hanno da tempo cessato di ricordarci la loro origine poetica”.
Ogni parola fu originata da un lampo di genio.
La Quarta dimensione e la curiosità
Immaginiamo un cubo in un universo “euclideo” a quattro dimensioni (chiedo venia, per un momento al mio professore di fisica Erman Gustavo allievo di Mario Ageno, a sua volta, allievo di Enrico Fermi); in quest’universo il cubo lo chiameremo ipercubo.
Applicando semplicemente il teorema di Pitagora si ottiene che la misura della diagonale dell’ipercubo è esattamente equivalente al doppio del lato dello stesso. Il procedimento lo si potrebbe estendere ad altre dimensioni. Solo che l’antica, riconosciuta da tutti noi valida, teoria della relatività, l’affidamento alla luce come riferimento naturale e non al pensiero come fonte di conoscenza aprioristica, la pur non dimostrata teoria delle supercorde, lo studio, ad altissimo livello, della matematica multidimensionale, fanno ritenere ciò una inutile e banale esercitazione, ma … la curiosità dell’uomo non ha confini.
Anni fa, l’ing. Carlo Martinez Y Cabrera mi raccontò:
Un suo parente, all’inizio del secolo scorso, era stato incaricato di scavare un pozzo, per la captazione dell’acqua, a Pompei.
Il contratto prevedeva un pagamento proporzionale alla profondità raggiunta.
Arrivato a pochi metri di profondità, questi, trovò subito l’acqua e, facendosi i conti, s’avvide che non avrebbe guadagnato alcunché. Allora cementò il tratto in falda e continuò a scavare. Gli andò male perché capitò in un banco argilloso o quantomeno “improduttivo” dal punto di vista dell’acquifero.
Rendendosi conto di non poter continuare, per non rimetterci ancora. Disse al committente che non c’era una falda sfruttabile e andò a scavare in un altro posto, ove “trovò” l’acqua.
Dopo qualche anno, la pressione dell’acqua nel primo foro ebbe la meglio sulla chiusura, evidentemente non adeguata, e, con forza rinvenne in superficie costituendo, appunto, il cosiddetto miracolo di Pompei.
Le due foto sotto si riferiscono, all’ultima eruzione del Vesuvio (Marzo 1944), aeroporto di Terzigno, dove furono distrutti 88 aerei americani che operavano su Cassino. A sinistra si vedono i sistemi aerodinamici inservibili e a destra un aviere americano cerca di recuperare la mitragliatrice di coda.
In verità il Prof. Giuseppe Imbò aveva (invano) avvertito gli americani del pericolo imminente, non fu creduto o quantomeno, non fu tenuto in considerazione (credo anche per l’aspetto, i geofisici, come i geologi di una volta, non erano famosi per il loro look); un capitano gli diede, invece, i due litri di alcool che egli aveva parimenti chiesto.
Pertanto, furono distrutti 88 bombardieri, ma l’alcool permise al Prof. Imbò di far funzionare il sismografo registrando preziosi dati sull’eruzione.
Si dice, e lo ripeteva lo stesso Prof. Imbò a lezione, che un alto ufficiale americano avesse, poi, chiesto:
«Ma chi era quello iettatore?».
«Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano».
Si sentì rispondere.
A questa domanda sembra ovvio rispondere subito di si. Invece pochi conoscono il loro vero volto in quanto quello che vediamo allo specchio è l’immagine riflessa del viso e quindi con i tratti somatici “scambiati”. Allora non potremo mai conoscere il nostro vero volto, così come lo vedono gli altri? Un modo c’è. Basta prendere due specchi, disporli ad angolo retto e specchiarsi; si avrà la sorpresa di vedere un volto diverso dal consueto, a cui non siamo abituati, eppure è quello il nostro vero aspetto, quello reale.
Molte acconciature, molte errate considerazioni che abbiamo di noi stessi, non sarebbero accettate o per lo meno sarebbero riviste osservandoci come veniamo realmente osservati dagli altri.
Quando leggiamo un argomento complesso, possiamo diminuire la velocità di lettura per capire meglio. Quando siamo a cinema, a teatro, o davanti al televisore, dobbiamo adattarci alla velocità di comunicazione che viene imposta.
Alcune persone, magari senza accorgersene, parlano troppo svelti e spesso viene detto loro di ripetere quello che hanno appena detto.
L’arte del saper comunicare è, invece, anche questo: adattare i messaggi sonori al target di ascoltatori (più lenti con i bambini e con gli anziani), altrimenti la percezione non sarà accompagnata dalla comprensione e il senso del messaggio ne risulterà deformato.
Nel 1935, il tradizionale passeggio per il Corso, a Nofi, comprendeva anche la parte Nord, oggi meno frequentata.
Ai confini, di questo tratto di strada, vi erano due fontane: una situata in via Garibaldi e l’altra in Via Nicotera che esiste ancora.
Ciascuna delle due fontane aveva il suo “curatore”.
A quella di via Nicotera si dedicava compare Girolamo che la curava, si rinfrescava, l’abbracciava perfino. Altrettanto faceva, per la fontana di via Garibaldi compare Pietro.
Una notte d’estate, verso le due, compare Girolamo uscì di casa e andò, come al solito, alla fontana di via Nicotera; vide compare Pietro che, nientedimeno, era intento a bere o quant’altro. Si sentì “tradito” a tal punto che lo aggredì con aspre parole, intimandogli di andare alla “sua” fontana che a questa già ci pensava lui stesso. Pietro dovette rispondere per le rime, insomma, successe il finimondo. Finì a botte, fra di loro, a tal punto che molti cittadini si svegliarono e corsero in strada per separarli.
La storia non dice se ognuno, poi, rispettò “la fontana dell’altro”.
Nel 1991 effettuai, assieme ad un collega, i saggi geognostici sull’area corrispondente a “Piazza del Corso” di Nofi, un paese del sud. Durante il sondaggio, in adiacenza alla Chiesa di S. Matteo, il carotiere, a circa – 15 metri, improvvisamente sprofondò.
Dopo l’estrazione, vennero fuori alcuni cocci di vasi in terracotta che furono raccolti da un negoziante, mentre noi eravamo impegnati nella difficile operazione di risistemazione delle aste . Fortunatamente la cavità in questione era alta poco più di un metro e si riuscì a proseguire nel banco cineritico
Subito dopo si rinvenne di nuovo il banco di tufo grigio, però in falda.
Si trattava, allora, di un cunicolo, a tale inusuale profondità, che serviva per il rifornimento d’acqua?
Non lo sapremo mai, perché i vari esperti che arrivarono successivamente sul posto, per alcuni ritrovamenti superficiali, non ritennero necessario soffermarsi sulle informazioni rese disponibili da noi geologi che avevamo effettuato le prime indagini sul sottosuolo.
Tempo dopo, trovandomi a passare da quelle parti, mi fermai a guardare un gruppo di loro che, perplessi, studiavano il segno circolare del foro lasciato dalla trivella, sperduti, chissà, in mille congetture archeologiche.
«Pronto, dottore, c’è un grosso incarico promozionale per voi».
“Che significa, che devo ancora accontentarmi solo delle spese?”
«Certo, pensate all’immagine, appunto alla promozione…».
“Allora no, grazie! Mi sono stufato di stare in promozione, vorrei almeno andare in serie C ”.
Domenico Rea e le tufare di Nocera Inferiore
Nel periodo bellico, e specialmente nell’anno 1943, gran parte della popolazione di Nocera Inferiore trovò rifugio dai bombardamenti rifugiandosi nelle tufare. Vivere in questi oscuri antri non doveva essere affatto facile; così ne parla Domenico Rea nei suoi Racconti (Ed. Mondadori 1953).
… Anche noi ci incamminammo in fila indiana verso il fondo del Purgatorio (tufare n.d.r.). Chi veniva in senso inverso, doveva aspettare che passasse la nostra colonna e poi continuare. C’erano a grandi profondità alcune lanterne ad olio che scoprivano debolmente una sorta di paesaggio fatto di valli e colline, coperte letteralmente di gente. Dovevano essere un quarantamila persone (il numero è probabilmente esagerato perché rappresenta la totalità della popolazione di Nocera dell’epoca n.d.r.). Poi il Purgatorio camminava ancora, voltava, girava, si perdeva alla vista. Era come se Nofi (acronimo con cui Rea indicava Nocera n.r.d.) fosse capovolta e si ritrovasse in piccolo tutto il suo paesaggio di vicoli, abitanti, colli e valli.
… Noi trovammo posto sull’orlo del pozzo (pozzo di aerazione e di collegamento con i siti di estrazione del tufo; potrebbe essere proprio quello recentemente crollato n.r.d.), dove c’era anche il beneficio di una lanterna segnale. Si sguazzava nella sporcizia e l’aria sembrava una cosa spessa, sporca, che dava allo stomaco e intontiva. Le poche provviste s’infettarono di quel sapore immondo, che era anche cattivo odore. Mio padre, seduto sul ciglio non ce la faceva a respirare. …Io e mio cognato.. ci accorgemmo della scomparsa di papà. … fummo costretti a uscire… Vedemmo un piccolo aeroplano sbucare da dietro la verde collina di Chivoli con la leggerezza di un uccello. Subito dopo sganciò un paio di patacche nel tentativo di far fuori uno sperduto motociclista tedesco, e mise invece fuori servizio un altro paio di case . … Verso sera ridiscendemmo nella tufara. La gente dormiva a branchi. Ogni branco era una famiglia. Solo i vecchi stavano svegli, magri, bianchi e sudati come candele.
Le tufare rappresentano dunque, secondo me, un pezzo importante della nostra storia; spero che un giorno venga riaperta la loro parte più sicura per ricerche di reperti storici e per organizzare escursioni turistiche nella Nocera Sotterranea.
Giulio Caso
Tratto da: Dominique Lapierre, “La città della gioia”
… … …
Il padre di Bandona era un piccolo contadino che viveva nella regione di Kurseong, nell’estremo nord del Bengala, ai piedi dei primi contrafforti della catena himalayana. Coltivava un piccolo terreno a terrazze faticosamente conquistato sui fianchi della montagna. Quanto bastava per far vivere la moglie e i quattro figli.
Ma un giorno certi imprenditori giunti da Calcutta cominciarono a sfruttare il legno delle foreste. stabilendo una certa quota giornaliera di alberi da abbattere. Già anni prima, la regione era stata profondamente trasformata dallo sviluppo dei tea-gardens, le piantagioni di tè. Con l’arrivo dei forestieri le giungle boscose si restrinsero come pelle di zigrino. I contadini furono costretti ad andare a cercare sempre più lontano la legna necessaria per accendere il fuoco, oltre a nuove terre da coltivare. G1i incendi della boscaglia si moltiplicarono.
Poiché la vegetazione non aveva più il tempo di ricrescere prima delle cateratte del monsone, cominciò l’erosione del terreno. Privato dei suoi pascoli naturali, il bestiame divenne un elemento distruttivo. La rarefazione dei prodotti naturali costrinse le famiglie a sviluppare le colture per uso alimentare. La legna da ardere era sempre più rara. e si dovette utilizzare lo sterco degli animali per cuocere i cibi. il che privò la terra del migliore concime. Il rendimento calò vertiginosamente. mentre si accelerava la degradazione.
A causa del disboscamento, l’acqua non veniva più trattenuta. Le sorgenti si inaridirono, i serbatoi si vuotarono, le falde freatiche si prosciugarono.
Poiché la zona era soggetta alla più alta piovosità mondiale – fino a undici metri d’acqua all’anno in Assam – la terra arabile e l’humus furono sempre più trascinati verso le pianure a ogni monsone. lasciando ben presto la roccia a nudo.
In pochi anni tutta quanta la regione diventò un deserto. Ai suoi abitanti non rimaneva che partire. Partire per la città che li aveva rovinati!
Isidoro Bonfà
- Analisi speditiva dei minerali del suolo
- Estrazione e lavorazione automatica dell’oro
- La tecnica del “buco nell’acqua”
- Fine di un’era
- Progetto “Vulcano Amico”
- Arrestare un sisma? Forse si può
- Ultima Risorsa
- Evoluzione del genere umano
È noto al bravo rilevatore che particolari tipi di vegetazione crescono rigogliosamente in alcuni luoghi e non in altri a causa della differente litologia del substrato roccioso. Piante calciofile o silicofile possono rivelare a priori l’abbondanza di calcio o di silice nella roccia. È altresì noto al bravo enologo che la qualità del vino dipende anche dalla geologia della zona su cui maturano i vigneti. Poichè il geologo è amante della terra ma non disprezza i suoi frutti, un attento e saggio studente reduce da un campo di rilevamento propone di estimare la mineralogia del suolo dall’analisi geo-gustativa del vino locale. Naturalmente una buona analisi richiede una capillare correlazione vino-vigna-punto in carta e una vasta esperienza maturata sul campo con sacrificio e dedizione. Si ipotizza dunque la figura professionale del geosommelier che, grazie alle potenzialità offerte dal territorio italiano, potrebbe portare il nostro paese ai vertici del settore. Sono aperte le iscrizioni al primo campo sperimentale di rilevamento enomineralogico che si estenderà dalle colline del Chianti alla Valpolicella attraverso un itinerario altamente istruttivo. Per informazioni rivolgersi ad Angelo e Alessandro presso l’Università “La Sapienza” di Roma.
Estrazione e lavorazione automatica dell’oro
C’è gente che si diletta a setacciare la sabbia dei fiumi alpini in cerca di pagliuzze d’oro. C’è gente che con santa pazienza lavora a mano sottili fili d’oro per ottenere gioielli dal prezzo inaccessibile perchè costeranno ancor più del loro peso in oro. Lavoro inutile e risorse sprecate! Grazie ad una nuova rivoluzionaria tecnica ideata (neanche a dirlo) da uno studente della “Sapienza” di Roma, oggi è possibile estrarre oro ed ottenere un prodotto finito in modo del tutto automatico e a costo zero, ottenendo pesce fresco come residuo di lavorazione. Il processo sfrutta l’elettrolisi (studiata con scarsi risultati nel corso di Chimica del primo anno) associata con incredibile ingegno alle peculiarità mineralogiche e dinamiche delle acque fluviali.
Brevemente: due elettrodi a forma di griglia (nella fattispecie definiti “griglia aurifera” e “griglia ittifera”) vengono immersi nelle acque del fiume alpino parallelamente tra loro, a breve distanza e perpendicolari al flusso idrico. La griglia ittifera ha maglie quadrate ed è posta a monte mentre la griglia aurifera ha maglie di opportuna forma circolare o curvilinea, separate da segmenti molto sottili ed è posta verso valle. Successivamente una elevata differenza di potenziale verrà applicata alle griglie producendo, dopo un certo tempo, la placcatura anodica dell’oro contenuto nelle acque sull’elettrodo aurifero. Una volta terminata la placcatura, la griglia aurifera verrà estratta e sostituita. Spezzando i segmenti di raccordo della griglia usata sarà possibile ottenere, dalle sue maglie particolari, della raffianta bigiotteria placcata in oro. L’altra griglia viene anch’essa estratta periodicamente ma può essere riutilizzata ogni volta, dopo essere stata ripulita dal pesce che sarà rimasto folgorato su di essa. L’energia elettrica necessaria all’impianto è fornita dallo stesso flusso idrico attraverso un mulino elettrogeno posto a monte delle griglie.
____________________ L’Autoanodizzatore aurifero fluviale è un brevetto ACME Coyotes®.
La tecnica del “buco nell’acqua”
Ci poniamo il problema di determinare con precisione l’entità e la granulometria del trasporto solido di un fiume in un determinato tratto. Come fare?
Le valutazioni sedimentologiche sono sommarie e indicative, come quasi tutte le stime geologiche. Va bene che la geologia non è una scienza esatta, ma è possibile che non ci sia modo di valutare con assoluta precisione il carico che attraversa una determinata sezione in un determinato istante? Certo che c’è, e la soluzione non poteva non provenire dalla Sapienza di Roma! La procedura richiede l’intervento di due squadre di vigili del fuoco appositamente addestrate per questo tipo di operazioni. Prima di tutto però, si dovrà scavare un breve canale di deviazione dotato di chiusa per poter bypassare al momento opportuno il punto da sezionare. Fatto ciò, è un gioco da ragazzi. La prima squadra si pone qualche metro a monte della sezione da analizzare e da entrambe le sponde pompa azoto liquido nel fiume. L’azoto (T<-196°C) a contatto con l’acqua (T>0°C) non si mescola con il fluido ma evapora istantaneamente. I vapori di azoto però, degassando dall’acqua e scivolando poi sulla superficie del fiume, congeleranno il flusso a cavallo del punto da sezionare. A questo punto si apre la chiusa bypassando il tratto congelato mentre la seconda squadra, dotata di motoseghe, taglierà una bella “fetta di fiume” agendo il più velocemente possibile.
La sezione estratta verrà fotografata controluce in sito (per studiarne poi la distribuzione del carico) e quindi deposta anche in pezzi in un apposito recipiente stagno dove potrà tranquillamente liquefare. In quel recipiente avremo intrappolato le masse d’acqua e di carico solido che erano contenute in un certo volume (dipenderà anche dallo spessore della fetta) che stava attraversando la sezione in quel preciso istante. Semplice, no?
Notare che è l’unica tecnica al mondo che ha successo ogni volta che fa un buco nell’acqua! Qualche difficoltà si pone soltanto per i fiumi molto grandi. Sarebbe un infatti un po’ problematico… con il Po.
____________________ Il sistema criogenico di sezionamento fluviale è un altro strepitoso brevetto ACME
Coyotes®.
Attualmente ci troviamo nell’era Neozoica o Quaternaria e precisamente nell’Olocene.
– Ma quando finirà l’Olocene ?
Questo inquietante interrogativo è stato sollevato, come sempre, da un geologo della “Sapienza” di Roma, e dopo attenta valutazione la sconcertante risposta è stata: MAI ! I limiti tra le ere vengono infatti fissati in corrispondenza delle grandi estinzioni di massa. Ma oggi che ci sono i Boy Scouts, il WWF, Green-Peace e Adriano Celentano, è ormai praticamente inutile attendere una di quelle vecchie sane estinzioni di una volta, di quelle – per intenderci – di dimensioni bibliche.
Unica prospettiva realistica resta l’estinzione umana (essere di cui non si occupa più nessuno) ma in questo caso… chi rimarrebbe a contare le ere? Vogliamo accettare passivamente la fine della cronologia geologica? Abbiamo il diritto di frenare oggi un corso naturale che dura da miliardi di anni ? La soluzione è semplice quanto geniale: il panda !
Questo simpatico animaletto, quando non è impegnato a dormire o copulare, passa il suo tempo mangiando e defecando simultaneamente. Il panda è un animale viziato che si nutre esclusivamente di germogli di bambù, devastando impunemente le già esigue foreste in cui vive. È praticamente un parassita dell’ecosistema e (cosa molto interessante)… è già prossimo all’estinzione ! Dunque: facciamo giustizia trasformando questi esseri paffuti e viziatelli in soffici pelliccette e succulente bistecchine per i bambini poveri del terzo mondo… ma lasciamone uno, soltanto uno. Quest’unico esemplare verrà collegato con degli elettrodi all’orologio atomico dell’ IEN “G.Ferraris” di Torino dove, allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 1999, verrà gloriosamente immolato agli altari della scienza, folgorato da una scarica elettrica!
Risultato: la geologia diventa finalmente una scienza esatta, potendo misurare per la prima volta nella storia lo scoccare di una nuova era con la precisione del miliardesimo di secondo. La Cronologia geologica si assicura un futuro e… non basta: nella stessa occasione festeggeremo allegramente il capodanno, il nuovo millennio, il giubileo e la nuova era “Cyberzioca” o “Quintenaria” con una grande festa, champagne e cotillon per tutti !
(Se volete manifestare la vostra adesione, l’ideatore del progetto Holocaust è attualmente contattabile presso il Policlinico Universitario, reparto rianimazione. )
____________________ PS: il progetto non fu mai attuato a causa della disattenzione di un mondo non ancora pronto a idee tanto innovative. In compenso il “millenium bug” (che non comparve neanche sui terminali del Congo meridionale) si fece beffa del genio italico colpendo proprio l’orologio atomico del G.Ferraris di Torino. Cosicché, quand’anche l’ultimo panda vi fosse stato collegato, esso sarebbe estinto 100 anni prima!
I vulcani, con la loro incontenibile energia, rappresentano da sempre una delle più affascinanti espressioni della forza della natura. Ma a cosa serve una scienza se non a migliorare il tenore di vita attraverso il dominio sugli elementi? E come può una scienza esatta come la geologia non riuscire a dominare i vulcani, assoggettandoli alle necessità dell’uomo? Se nessuno ci aveva ancora pensato, naturalmente alla “Sapienza” sono state già proposte due iniziative d’avanguardia:
-
ECODISCARICHE Lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è un problema importante e mai risolto in tutti i grandi centri abitati. Come smaltire immense masse di rifiuti in breve tempo, poco spazio e soprattutto, senza conseguenze per l’ambiente? Immaginiamo di avere a breve distanza dal centro abitato una zona vulcanica interessata da magma basico o poco acido… in pratica supponiamo di disporre di un bel “lago di lava” (per l’Italia accontentiamoci del cratere di Stromboli o delle periodiche colate dell’Etna). Il “raccolto” giornaliero della metropoli (supponiamo Messina) potrebbe essere stipato tutto in un grande aerocargo e riversato sulla lava in stile “canadair” in un’unica operazione ogni notte. Se il costo del trasporto in aereo può apparire elevato è comunque da confrontare con un innumerevole andirivieni di camions, con i costi di gestione di una discarica ordinaria e con i successivi costi di bonifica. L’ecodiscarica vulcanica è una risorsa “rinnovabile” e al tempo stesso igienica grazie all’immediata assimilazione da parte del magma di qualsiasi materiale di risulta, sia esso organico o inorganico. Per questo stesso motivo l’impatto ambientale sarà pressoché inesistente o, se preferiamo, di carattere episodico. L’importante è assicurarsi che nessun turista si trovi sul posto nell’orario dei lanci… e che nessuno veda. Alla luce del giorno sarà tutto come prima.
-
GEOPROFILATTICI ANTIERUTTIVI Abbiamo un vulcano attivo in una zona densamente popolata e quindi ad altissimo rischio (supponiamo il Vesuvio). Immaginiamo allora di scavare una serie di pozzi a raggiera, intorno all’edificio vulcanico, in una direzione convergente verso l’apice della camera magmatica, senza tuttavia raggiungere la camera stessa. Riempiamo questi pozzi per 2/3 della loro lunghezza calandovi dentro capsule pressurizzate di anidride carbonica liquida e sigilliamoli poi con colate di cemento fino a traboccare dall’orlo. A questo punto, quando il magna dovesse risalire al di fuori della camera magmatica cercando di farsi strada verso l’esterno, intercetterà i pozzi ed assimilerà le pasticche concentrate di CO2. Ben sappiamo che l’anidride carbonica è in grado di alzare il punto di fusione del magma e quindi, in questo caso, provocherà una cristallizzazione precoce bloccandone la risalita. Alla rottura delle capsule, l’immediato passaggio dell’anidride carbonica dallo stato liquido a quello gassoso richiederà inoltre un assorbimento di calore dall’ambiente circostante favorendo ulteriormente la cristallizzazione. In breve avremo trasformato un episodio potenzialmente effusivo e pericoloso in un evento intrusivo che costituirà un tappo in grado di rimandare l’eruzione a un’altra epoca storica… quando i posteri sapranno meglio come regolarsi. I costi di attuazione di questa profilassi della calamità naturale sono ben poca cosa rispetto al danno evitato ma soprattutto la materia prima è presente in abbondanza nell’atmosfera. Pompando via CO2 dall’atmosfera in quantità industriali per alimentare gli stabilimenti di liquefazione ed incapsulamento non soltanto si utilizza materia prima a costo zero ma si depura l’aria cittadina prevenendo la formazione di smog e riducendo l’effetto serra planetario. Ogni grande metropoli moderna dovrebbe avere il suo bel centro geoprofilattico per l’incapsulamento dell’anidride carbonica!
Se il progetto di arrestare un’eruzione vulcanica vi è sembrato troppo fantascientifico, sappiate che invece il tentativo di arrestare un terremoto è già stato attuato. Probabilmente la sismologia fino ad oggi ha seguito una strada sbagliata. Non si capisce infatti che senso può avere il vano tentativo di prevedere un sisma quando lo si potrebbe tranquillamente arrestare. Silvia C. di Trieste ci ha inviato questo inquietante documento che illustra i progressi italiani in questo campo, sebbene l’autenticità non sia garantita. Ecco come si sarebbe svolto il primo tentativo al mondo di… arrestare un sisma.
Sei uno studente bloccato su un esame? Un laureato disoccupato? Un professionista frustrato dalla concorrenza degli ingegneri? Prima di mandare al diavolo la geologia e darti all’ippica prendi in considerazione la possibilità di riciclare la tua infruttuosa cultura in una redditizia ignoranza. Il primo passo potrebbe essere quello di vendere la tua insignificante collezione di minerali ad un prezzo che non merita. Come? Mai sentito parlare di “cristalloterapia”? Se avessi un minimo di Chakra nella testa ti renderesti conto di quanto può rendere l’uso alternativo dei tuoi stupidi sassolini colorati. Dai un’occhiata a questo listino! Arrivati a questo punto potrebbe sorgere la tentazione di convertire la geologia in aria fritta e vedere se offre qualche migliore opportunità di lavoro. Ecco allora una grande idea: la geobiologia, ovvero, come la vita delle persone più impressionabili può essere condizionata da fantomatiche “energie geopatiche”.
– Ma allora… Stai a vedere che invece di perdere il sonno sui libri di idrogeologia e geotecnica potrei guadagnarmi da vivere con una bacchetta da rabdomante!!
Bravo, l’hai capito finalmente! Guarda un po’ cosa si riesce a fare senza aver dato tutti i tuoi esami, fessacchiotto che altro non sei! Impara un mestiere invece di perdere tempo a studiare! Certo che la spesa iniziale potrebbe essere un po’ alta, vedi ad esempio questo listino di attrezzature per la radionica. Tieni presente però che si tratta di tecnologia avvenieristica, mica è come quella ridicola “coppella di Casagrande” con cui si gingillano quei buoni a nulla dei geotecnici!
Recenti correlazioni tra scavi paleontologici effettuati dalle falde del Kilimangiaro in Kenya al colle del Verano in Roma hanno consentito la ricostruzione della seguente dinamica:
Adriano Nardi
GEOLOGIA 2000 www.anisn.it/geologia2000Tuo figlio si comporta in modo strano ?Stai attento potrebbe avere la tendenza a diventare geologo!
Antonino Giulio Catanese
Arrestare un sisma? Forse si può.
Silvia C. di Trieste ci ha inviato questo inquietante documento che illustra i progressi italiani in questo campo, sebbene l’autenticità non sia garantita. Ecco come si sarebbe svolto il primo tentativo al mondo di… arrestare un sisma.
tratto da: GEOLOGIA 2000
Alberto Rosselli
Tratto dalla striscia “Calvin and Hobbes by Bill Watterson“.
L’ho tradotta io, ma rispetta alla lettera l’originale in inglese.
Antonino Giulio Catanese
Giulio Caso
- Geologi
- Marzo 1944
- Ancora
- Cristalli Geminati (Twinned Crystal)
- Invasione Mancata
- Nuova Era
- Nell’attesa
Giulio Caso | Geologi Ascoltano segni: |
Giulio Caso | Marzo 1944 Del Vesuvio |
Giulio Caso | Ancora Pomici antiche |
Giulio Caso | Cristalli Geminati (Twinned Crystal) Vita parallela |
Giulio Caso | Invasione Mancata Arrivarono acondriti |
Giulio Caso | Nuova Era Capelli di Venere, |
Giulio Caso | Nell’attesa Brandelli di atomi |
Luigi Falco | Líamore per la geologia Amo la geologia Terremoti, eruzioni e alluvioni Il geologo con pazienza e ardore » animato dalla conoscenza, Le catastrofi naturali non sono divine: Gli equilibri di un tempo si sono alterati Bisogna lottare contro il nostro egoismo Il geologo non Ë un mago o uno stregone, Le sue previsioni sono viste losche e sospette, Le grandi questioni geologiche in corso |
Luigi Falco | Il brodo primordiale Quando guardo il mare Molecole impazzite lungo i fondali Eí un pullulare di emozioni Le grandi conquiste dellíumanit‡ |
Luigi Falco | Eruzione Sputi di fuoco dalle viscere della Terra, Ricoprono tutto senza timore, Massi erranti e vagabondi, Blocchi, cenere e polveri sottili, Quando la tempesta Ë passata |
Luigi Falco | A mare Amare coincidenze per una vita senza meta Amare il destino di questo mondo misterioso A mare i sogni di conquista e di potere di un uomo che brancola nel buio |
Luigi Falco | Líinfinito Scruto in lontananza líorizzonte La terra Ë un tuttíuno con il cielo Uno spettacolo luminoso e colorito |
Luigi Falco | Il cielo stellato O cielo stellato O cielo stellato O cielo stellato |
Luigi Falco | Il Sogno Sogno una Terra senza terremoti ed eruzioni, Sogno un mondo privo di fenomeni naturali, A pensarci bene Le tragedie di ogni giorno Líuomo, accecato dal potere, |
Luigi Falco | 23 novembre 1980 Ero appena dodicenne, Fiumi di lacrime sono stati versati Tragedia di indescrivibile grandezza Era il 23 novembre dellíottanta, |
Luigi Falco | Messaggi di pietra La Terra Ë davvero speciale Líinsieme delle acque rappresenta líidrosfera, Pianeta errante e vagabondo, Tutto cambia, ogni cosa si trasforma |
Luigi Falco | Il ciclo delle rocce Il nostro pianeta Ë in continuo movimento, Tutto ciÚ che ci circonda Líalterazione fisica e chimica Le rocce sono un insieme di frammenti, |